Il diritto alla paura

Il diritto alla paura

Ci troviamo ad affrontare un periodo di grande cambiamento imposto da una condizione esterna ed estrema, completamente inaspettata. Questi mesi di isolamento sociale forzato hanno impattato significativamente sul nostro sistema psicologico, famigliare, sociale e lavorativo.

Le conseguenze psicologiche di quello che stiamo vivendo oggi le vedremo però solo fra qualche tempo, esattamente come per il virus anche il disagio emotivo necessita di un tempo di incubazione prima di manifestarsi.

Fino ad oggi ci si è occupati soprattutto delle problematiche economico-finanziarie dell’emergenza, dimenticandosi troppo spesso della circolarità dei fenomeni. Mi spiego meglio. Se le persone presentano un malessere psicologico anche la ripresa economica ne risulterà fortemente compromessa e viceversa, i danni di natura economica avranno un forte impatto a livello psichico.

Si è già osservato un incremento delle sintomatologie di tipo ansioso e dei disturbi dell’umore, come la depressione. Ma gli effetti possono essere molto meno conclamati. Un piccolo esempio su tutti: è verosimile immaginare che l’abitudine al distanziamento sociale porterà ad una maggiore inibizione dei rapporti interpersonali?

Ovviamente, questi aspetti non sono veri per tutti ma possono legarsi ad alcune fragilità individuali già presenti prima dell’emergenza, e fungere da fattore scatenante stati di malessere e disagio psichico.

Forse per la prima volta nella storia più recente ci siamo scoperti estremamente vulnerabili. Abbiamo vissuto in un tempo sospeso nel quale la nostra quotidianità è venuta a mancare lasciando grande spazio alle emozioni.

L’istinto di sopravvivenza e di adattamento ci portano nel presente a ricostruire, a ripartire ma la paura per quello che è stato e che potrebbe essere rimane e i suoi effetti, non sempre visibili nell’immediato, possono palesarsi anche a distanza di mesi.

Dovremmo imparare a convivere con la paura, quella che tanto erroneamente temiamo, perché essa ci aiuta a mettere in atto dei comportamenti più responsabili. Imparare a gestire l’incertezza e a tollerare di non poter avere il controllo su ciò che è incontrollabile diventa una competenza primaria.

Sarebbe utile un’educazione al valore positivo dell’incertezza come fonte della speranza che “le cose possano andare bene anche se…”.

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